04-L'UOMO IN VALLE

La pietra da sempre caratterizza il paesaggio dell’Alta Valle del Cervo e per secoli ha permesso il sostentamento delle famiglie locali. La sienite veniva inizialmente prelevata dal letto del torrente Cervo o da affioramenti superficiali e successivamente tagliata, squadrata e lavorata dai locali scalpellini. Solamente a partire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo la sienite è stata coltivata a scopo industriale nelle cave locali e trasportata successivamente nel fondovalle per essere impiegata a scopo edilizio. Numerose vie e piazze di Torino, ad esempio via Roma, via Po e piazza Solferino, sono state pavimentate con la sienite della Balma. Questa roccia magmatica intrusiva ha addirittura attraversato l’oceano. Negli anni Venti del Novecento la sienite, lavorata dagli esperti scalpellini della valle, veniva spedita dalla Balma verso Genova. Da lì veniva imbarcata per New York dove è stata utilizzata per costruire il molo 17 del porto.

Il torrente Cervo non è solamente testimone del duro lavoro dei valligiani. Da sempre rappresenta luogo di svago per i biellesi che cercano refrigerio durante le calde e assolate giornate estive. Numerose sono le “lame” lungo il suo corso. Con questo termine, molto utilizzato nelle nostre valli, si designano dei tratti di torrente in cui il letto si allarga, si approfondisce e la corrente diminuisce. Un luogo ideale per nuotare e tuffarsi dalle rocce presenti lungo l’argine.

 

Matteo Negro | Biologist


Salto, corro, mi inerpico e riscendo, rallento, ammiro, lentamente li osservo, hanno ormai attirato la mia attenzione: dove hanno scavato i miei fianchi per portar via la pietra a colpi di carri e vagoni, dove hanno rapito le mie acque limpide e fresche per portarle dentro i loro fabbricati e  ridarmele tempo dopo ormai sofferenti e inermi; dove hanno modificato la mia corsa per reggere questi pilastri che gli permettono di passare da una riva all'altra senza più misurarsi con la mia clemenza ed evitando la mia compagnia...non gli piaccio più? Ho tante domande..ma come mi vedrà l’uomo?I suoi occhi brillano vedendomi scorrere tranquillo e maestoso...però vedendomi improvvisamente gonfiarmi d’acqua, mi vedranno pericoloso, indomabile?

Seduti sul pendio di una collina o stesi sotto l’ombra di qualche albero invece, con le gambe bagnate sulla riva aspettando il mio passaggio...mi divertono;  li tocco, li sento, li vivo, posso leggere le loro paure quando li avvolgo, il loro riposo quando li reggo, il loro stupore, i loro ricordi, il loro ridere e stridere. Dipingono i guardiani, le mie pietre. Questa parte mi diverte, si divertono con me, intrecciano i loro sentimenti e le loro emozioni al mio tempo e al mio scorrere.

Far parte di questa terra mi rende unico, speciale, faccio parte di loro degli uomini ma temo che la loro invadenza possa diventare nociva. Almeno per me. Proseguendo così il mio cammino, tra stupore e curiosità, sono certo che arriveremo sicuramente a capirlo. 

 

Federica Policante | Writer

 



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